Fabbrica Treviso

Blog di Stefano Dall'Agata


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Aneddoto non buonista, sul perché i social c’entrano fino ad un certo punto.

L'immagine può contenere: 2 persone, persone che sorridono, primo piano
Iole Tassitani e Michele Fusaro


La questione di fondo, sull’uso politico della nazionalità dei criminali, è sempre di moda purtroppo


Quando fu rapita Iole Tassitani ad un certo punto delle indagini arrivò ai media la notizia che le indagini riguardavano cittadini immigrati.
In mensa durante la pausa pranzo, un razzista cominciò con la litania ad alta voce contro gli stranieri assassini.
Il giorno dopo si seppe che l’immigrato aveva solo testimoniato e indirizzato le indagini verso Michele Fusaro (veneto), il razzista in mensa era MUTO.
A quel punto io ad alta voce come lui prima dissi: “La prossima volta che ad un omicidio qualcuno si mette a buttar fuori razzismo, vado a prendere una “manera” e lo faccio a pezzi nello stesso modo in cui Fusaro ha fatto con la sua vittima.”
Il razzista continuò a restare muto.
Fine della storia.

PS è di ieri la querelle sulla falsa notizia che il vicebrigadiere dei Carabinieri Mario Rega Cerciello fosse stato ucciso a coltellate da dei nordafricani, notizia condivisa da Pagine della Lega anche quando era noto ormai che i principali sospettati fossero due ricchi studenti USA, che poi hanno confessato.


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La scomparsa del limite

C’è un fenomeno che è a mio avviso divenuto di massa, ed è la scomparsa del limite.
Chiunque si sente autorizzato a dire di tutto e a fare di tutto.

limite

Non che una volta non ci fosse, ho appena visto un documentario sulla mafia del Brenta dove c’è un caso da manuale. Vero che si trattava di una persona ai margini della società, ma il suo comportamento è relativo ad una questione che è comune nel nostro Paese, che fa parte della cultura diffusa: non toccare la mamma.
Questo uomo era un componente della banda di Maniero, successe che la sua compagna lo lasciasse e lui avesse cominciato ad esercitare comportamenti di stalking nei suoi confronti.
Questa giovane donna doveva evidentemente aver chiesto aiuto a Maniero, che chiese alla propria madre di ospitarla, pensando evidentemente che la questione così dovesse tranquillizzarsi.
L’uomo però andò a casa della madre di Maniero, litigò con le due donne arrivando a minacciare la madre di Maniero e a schiaffeggiarla…

La fine della storia è ovvia e nota, la giovane donna non si rimise insieme al suo ex e Maniero non fu testimone di nozze.
Neppure successe l’uomo lasciasse l’Italia e si trasferisse in qualche posto remoto e nascosto, cosa che chiunque con un minimo di buon senso avrebbe secondo me pensato di fare.
Semplicemente evitò per qualche giorno di passare da casa, ma quando lo fece fu visto, preso, portato via e ucciso.

Questa storia vera è paradigmatica di un comportamento estremamente diffuso ed amplificato dai social, ma evidentemente preesistente ad essi. L’idea fallace che si possa fare qualunque cosa e che non ci siano conseguenze dirette ed indirette per i propri comportamenti; esempi possono essercene molteplici, dall’abuso edilizio con il quale si costruisce in una zona inidonea dal punto di vista idraulico o sismico, all’insultare i professori quando giustamente giudicano insufficienti i risultati ottenuti dai ragazzi.

In molti casi, come l’inquinare, l’abbandonare rifiuti, evadere le tasse, anche se non sempre c’è un guadagno diretto, la ricaduta è indiretta, e quella diretta non è probabile per la scarsità dei controlli.

Ma quello che continuo a chiedermi è come sia possibile che ci siano persone che non vedono il limite neppure quando è estremamente evidente, le possibili conseguenze dirette sono chiaramente visibili, e in quale sogno autoreferenziale vivano le proprie vite.


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La Sottana della Vergine

Maria Di Rienzo (la mia compagna) ha scritto un nuovo romanzo,questa è una mia breve recensione.

Ne trovate la presentazione nel Blog Lunanuvola

Cover Virgo

 

Un bel romanzo di fantascienza, assolutamente non banale.

Il tema di un futuro post catastrofe, nel quale la salvezza è arrivata da un’invasione aliena, è trattato attraverso un grande approfondimento di quelle che sono le personalità dei protagonisti di questa storia.

In parte è anche una storia d’amore, quella tra Syrma, il protagonista principale, e uno degli alieni (almeno tale appare), il cui incontro casuale di anni prima non è mai stato dimenticato da entrambi, ed è una delle motivazioni profonde (forse la maggiore) tra quelle che li spingono a mettersi in gioco.

Il mio personaggio preferito è però Cassia, una vecchiaccia trafficona e dal pessimo carattere che, a modo suo, cerca di portare un po’ di ordine in un mondo che ha ancora le ferite dell’inquinamento passato e che vive vari conflitti tra gli umani e gli “invasori/salvatori”.

 

Il romanzo è disponibile per ora solo come ebook e si può acquistare presso youcanprint.it

oppure presso gli store di Google e Amazon ed altri ancora…


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Una tipica strage fascista

Una tipica strage fascista con gli obiettivi scelti per il loro valore simbolico:
una città Bologna, guidata dal PCI dalla fine del fascismo, e la bomba nella sala di aspetto di seconda classe della Stazione Ferroviaria, quella frequentata dalle persone comuni, non da casta e padroni.

I depistaggi ad opera dei Servizi Segreti Italiani deviati e collegati alla Loggia massonica P2 di Licio Gelli, quella declamata come «un Club con le persone migliori del paese» dall’uomo corrispondente alla tessera 1816, Silvio Berlusconi.

Una tipica strage fascista che ha come complice morale una certa borghesia italiana, sempre pronta a scusare i fascisti, ad usare lo Stato per i propri interessi, e soprattutto contro i diritti di tutti.

Un verso di Fabrizio De Andrè mi torna in mente, anche se non direttamente collegato:
“Per quanto ora vi sentiate assolti, siete per sempre coinvolti”


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Di cos’è fatto il buio

di Maria G. Di Rienzo

(testo della presentazione del romanzo “Nostra Signora della Luce” alla Fiera della Microeditoria di Chiari, 13.11.2010)

Come ho immaginato una delle protagoniste, grazie a questo disegno

 

“Nostra Signora della Luce” è essenzialmente un’anti-utopia, classificabile nella fantascienza post-catastrofe. Voi sapete che “utopia” significa “non-luogo”, ma il significato attuale del termine – non solo per quanto riguarda la letteratura – è “luogo buono”, o “luogo perfetto”, dove i problemi del tempo presente sono stati risolti; un’anti-utopia, per contro, può condurre all’estremo i problemi del tempo presente e mostrarci il peggiore possibile dei mondi.

L’utopia e l’anti-utopia sono sempre state usate come forma immaginativa della critica sociale: sembrano distantissime dalla realtà, ma di solito sono una sfida di chi scrive all’assetto presente in cui si trova. Per le donne in particolare, sin dal 1600, scrivere utopie o anti-utopie è stato il poter dare voce a sogni e pratiche di libertà. Il fantastico femminile di questo tipo fornisce, infatti, un’esperienza di lettura trasformativa, e cioè rende ad esempio i lettori consci delle strutture del genere e delle metafore concettuali che le sostengono: abilita quindi i lettori a mettere in questione le cosiddette “verità” quotidiane su cosa sia essere uomini o essere donne. Continua a leggere


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La musica che fa tremare i dittatori

di Maria G. Di Rienzo

(dal blog lunanuvola)

“Questa è una raccolta di brani di artisti provenienti da tutto il mondo che hanno dovuto fronteggiare la censura o la cui musica è stata bandita. Questi artisti, ed altri come loro in differenti parti del mondo, devono avere il diritto di esistere e di esprimere liberamente i loro sentimenti e le loro opinioni attraverso la loro arte. Non possiamo permettere che la nostra libertà di espressione sia compromessa. La musica non dev’essere ridotta al silenzio.”

Così si presenta “Listen to the Banned” – http://www.listentothebanned.com/

Gli artisti che fanno parte del progetto sono stati censurati, portati in tribunale, imprigionati e persino torturati per una ragione molto semplice: la loro musica. Ci sono Mahsa Vahdat, la cui voce incredibile ha catturato l’interesse internazionale ma resta non udita dagli iraniani; Fahrad Darya, il simbolo del ritorno della musica in Afghanistan dopo la caduta dei talebani; Lapiro De Mbanga, il cantore della musica popolare che da vent’anni fa campagna per le riforme sociali in Camerun; Marcel Khalife, che i potenti del suo paese, il Libano, accusano di “blasfemia”; Chiwoniso Maraire, che si è permessa di criticare l’incompetenza, la crescente corruzione e la mancanza di libera espressione che piagano lo Zimbabwe; Tiken Jah Fakoly, un idolo per milioni di africani, che ha denunciato la corruzione politica nel suo paese, la Costa d’Avorio; Abazar Hamid, censurato in Sudan perché cerca con la sua musica di trasformare un paese in guerra con se stesso; e poi Kamilya Jubran, Kurash Sultan, Ferhat Tunç, Aziza Brahim, Haroon Bacha, Fadal Dey, Amal Murkus.

Le loro storie sono riportate nel booklet che accompagna il cd; Deeyah, un’artista che ha dovuto smettere di esibirsi a causa delle costanti intimidazioni e delle minacce fisiche, ha curato la collezione, che io consiglio caldamente a tutti/e.

Per il canale YouTube: ListenToTheBanned


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Nostra Signora della Luce

NOSTRA SIGNORA DELLA LUCE, il romanzo di Maria G. Di Rienzo giunto in dirittura d’arrivo pochi giorni prima della fiera è secondo me un libro importante.

Sconcertante sempre scoprire come le capacità profetiche di una artista riescano ad esprimersi e a dar voce alle nostre peggiori paure, ed a coagulare in un racconto ben scritto, godibile, coinvolgente, la massa di problemi che da soli ci stiamo costruendo per farli divenire la Treviso post cancellazione del sole, rimasta ormai senza animali, se non qualche piccolo insetto, incapace di fare altro che mantenere e rammendare gli oggetti in disfacimento.

La scoperta delle possibilità di vita, la contemplazione, la bellezza, l’ansia con cui la giovane Abra registra la perdita di ogni albero, i segni di sofferenza e di morte che ritrova in un salice, ci porta a guardare con occhio più attento anche alla nostra realtà, alle nostre vite, alla vita delle piante e degli animali intorno a noi. Scoprire una lucciola è tuttora una esperienza che ci rende felici, mentre accorgersi che troppo spesso, accanto al rigoglio di foglie, gli alberi che incontriamo hanno rami secchi, cime ormai morte, ci fa ricordare che la distruzione è in atto, urge un cambiamento di rotta e la nostra cura, se non vogliamo assistere al degrado ed alla distruzione del nostro mondo.

Nel racconto sprazzi di ironia mostrano come l’ignoranza, l’aver rifiutato la memoria e la storia, ed i libri, possono portarci a mitizzare le cose più assurde, così Maria ricorda come un anello in ferro con inciso Motorhead trovato in qualche anfratto dove è sopravvissuto, può divenire un prezioso oggetto di famiglia, una reliquia con significati religiosi profondi.

E la religione, la Rivelazione del secondo avvento, diviene unica norma e regola, nuova religione di stato che regola le vite, condanna, impedisce, approva, in una confusione di idee e di mezzi, di poteri che ad essa si rifanno.

Il riscatto alla fine avverrà con il lento lavorio della storia che porta le coscienze a prendersi la responsabilità di se stesse, a divenire attori della propria vita, a rifiutare l’oppressione, ed il momento si intreccia con il giungere di questo essere nuovo e sconosciuto, una donna sapiente e forte, ma nuova anche a se stessa, clone che non ha ricevuto le conoscenze della sua origine-madre …

Nicoletta Crocella (dal resconto della FIERA DELLA PICCOLA EDITORIA E DELLE AUTOPRODUZIONI LIBRARIE – 4^ EDIZIONE – BASSANO IN TEVERINA – 25/27 GIUGNO 2010)

EDIZIONI STELLE CADENTI

Via Aniene 40 Bassano in Teverina VT – www.edizionistellecadenti.org/

http://www.autistici.org/stellecadenti/home.htm

tel. 0761 407403 email:

stellecadenti@tiscali.it

nicoletta@edizionistellecadenti.org

nicam6/gmail.com

Nata in un’associazione che si occupa innanzi tutto di arti visive, la casa editrice segue un progetto di interazione tra le varie anime realizzando libri a tiratura limitata con testi poetici, di narrativa, saggi, esperimenti letterari a più mani. Si hanno così alcuni libri in numero molto ridotto di copie ed altri con una tiratura variabile, ripetuta all’occorrenza in base alla necessità di copie e in cui l’intervento dell’artista è spesso inserito nello scorrere del testo oltre che comparire in alcune preziose copie in originale.

Una nuova collana scritti per leggere, permette di realizzare anche testi più importanti in cui la grafica e l’impaginazione sono pensate per evitare lo spreco delle risorse del pianeta e proporre interventi semplici ma che segnano la cadenza del discorso.


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Altreconomia :: Le donne reggono il mondo

Le donne reggono il mondo. Lavorano più degli uomini, si fanno carico del “welfare domestico” quotidiano, gestiscono l’economia e il denaro con più lungimiranza, in situazioni di crisi, in casa o nella propria azienda. Eppure in tutto il mondo guadagnano meno e sono meno rappresentate nelle istituzioni, nei Parlamenti e nei consigli d’amministrazione delle imprese. Queste pagine  sono un punto di vista, diverso e plurale, per comprendere i motivi di tali diseguaglianze e “cucinare” un futuro diverso. 12 conversazioni per dare voce alle intuizioni di esperte e studiose le cui opinioni spesso si perdono tra quelle gridate degli uomini e che raccontano un’altra economia, fatta non solo di profitti, ma di relazioni,  di cura delle intuizioni, di attenzione alle prossime generazioni. L’economia, il welfare, il lavoro, le leggi e la tutela dei diritti, l’accesso al cibo, i cambiamenti climatici, l’urbanistica in una prospettiva di genere e nelle parole di  Simona Beretta, Marina Terragni, Ann Pettifor, Monica D’Ascenzo, Manuela Naldini, Francesca Bettio, Paola Villa, Beatrice Costa, Liana Ricci, Silvia Macchi e Stefania Scarponi.

Elena Sisti si occupa di ricerca economica, è esperta in particolare di sviluppo e sostenibilità
Beatrice Costa
si occupa di ricerca su diritti delle donne e politiche di genere per ActionAid

Altreconomia :: Le donne reggono il mondo.


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Infibulazione e “cultura”

La notizia della signora senegalese abbandonata dal compagno poligamo con cinque figli a carico, e che è stata regolarizzata come rifugiata politica perché il ritorno al Paese d’origine avrebbe messo a rischio di infibulazione la figlia di otto anni, si presenta, al termine delle vicissitudini personali, come una buona novella.

È importante che esistano Leggi che, superando il relativismo culturale, riconoscano come il sottrarre bambine alla pratica barbara dell’infibulazione sia un dovere, nonché il riconoscimento che vi sono diritti umani fondamentali (tra cui l’integrità del proprio corpo) che non sono negoziabili in nome di concetti astratti quali “la loro cultura”.

Il caso in questione è poi emblema di come dietro a pratiche come la poligamia e l’infibulazione si presenti in fin dei conti il disprezzo per le donne, e la concezione di una maschilità che non ha responsabilità né obblighi.

Il fatto che la questione tratti di cittadini stranieri non deve però farci dimenticare quanta strada è stata fatta, ma quanta ne rimane ancora da fare, anche in Italia, per il riconoscimento di pari dignità tra uomini e donne.

La nostra storia ci dice che solo dal dopoguerra sono stati messi in questione il diritto di famiglia, il delitto d’onore, e che ancora abbiamo una percentuale altissima, e intollerabile di donne che subiscono violenza domestica.

L’impegno delle Istituzioni, a tutti i livelli, non può quindi che essere l’azione in favore della difesa dei diritti umani, delle donne e dei bambini in questo caso.

Stefano Dall’Agata
Candidato SEL-PSI al Consiglio regionale del Veneto
Consigliere Provinciale