Fabbrica Treviso

Blog di Stefano Dall'Agata


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Un gelato in Piazza Duomo in occasione del Treviso Pride

PzaDuomoPride

Sabato 18 giugno a Treviso c’è il Pride, sarà come ci auguriamo tutti un pomeriggio solare, ma…
…quando c’è il sole fa caldo, dal Piazzale della Stazione a Piazza Pio X probabilmente ci si sentirà accaldati e forse un po’ disisdratati.
Quale migliore idea che andare a farsi un gelato in una delle ottime gelaterie di Piazza Duomo? 🙂
Pazienza se qualche residente dovesse aversene a male…
All together:
“I scream, you scream, we all scream for Ice Cream”

Il percorso ufficiale del Pride oggetto di critiche all’Amministrazione comunale per l’assurda negazione all’attraversamento dei luoghi simbolo della Città: Piazza del Duomo e Piazza dei Signori.

 

 “La sindrome del perdente si dà quando la gente oppressa sta seduta a pensare alle ragioni per cui non può fare qualcosa. Be’, fate quella cosa e basta. Pensare alle ragioni per cui non potete farla è lavoro del sistema, non vostro.”

Florynce R. Kennedy

L’ evento su Facebook

Sab  18 GIUGNO ore 16:00 · Treviso

 

 

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A proposito dei discorsi ambigui sulla prostituzione

Real menIn questo momento in Italia c’è un dibattito sul tema della prostituzione legato alla discussione in Francia di una Legge, che sul modello svedese, punta a sanzionare i clienti e non le prostitute.

In Italia vengono espresse posizioni contrarie, da parte ovviamente di maschi, purtroppo con la sponda di qualche più o meno prestigiosa intellettuale radical chic.

E se possiamo dire che un terzo dei maschi ha Silvio Berlusconi come modello, ne è conseguenza che la maggioranza invece non lo è.
Un terzo è sì una quota minoritaria, ma non marginale. Molti di questi hanno denaro e potere, e chi vive di notorietà anche riflessa può tendere a tenere profili ambigui per non inimicarseli.
In questo senso alcune posizioni falsamente “liberatorie” nei confronti della prostituzione possono essere lette come una complicità consapevole nei confronti di chi vuole esercitare sulle donne un dominio sessuale attraverso il denaro.

Per parte mia censuro fortemente sia le affermazioni maschili che quelle femminili che portano alla banalizzazione della prostituzione e faccio mio il motto “i veri uomini non pagano le donne”.


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We Want Sex

We Want Sex

Fonte: Cinema Edera Treviso

https://i0.wp.com/www.luckyred.it/wewantsex/fondo.jpg Genere: Commedia
Regista: Nigel Cole
Attori: Sally Hawkins, Bob Hoskins, Miranda Richardson, Geraldine James, Rosamund Pike
Durata: 113′
Titolo originale: We Want Sex
Sito ufficiale

Dal regista di “Calendar Girls” arriva un nuovo dramedy con un cast interamente british, “We want sex”. Sally Hawkins interpreta il ruolo di Rita O’Grady, leader carismatica nello sciopero di 187 operaie delle macchine da cucire della Ford Dagenham, nel 1968, che portò alla sigla della Legge sulla Parità di Retribuzione. Dagenham, 1968. La fabbrica della Ford è il cuore industriale dell’Essex (Inghilterra) e dà lavoro a 55mila operai. Mentre gli uomini lavorano alle automobili nel nuovo dipartimento, 187 donne cuciono i sedili in pelle nell’ala della fabbrica costruita nel 1920, che cade a pezzi corrosa dalla pioggia. Lavorando in condizioni insostenibili, le operaie finiscono per perdere la pazienza quando vengono classificate come ‘operaie non qualificate’. Con ironia, buon senso e coraggio riescono a farsi ascoltare dai sindacati, dalla comunità locale e dal governo. Rita O’Grady, loquace e battagliera leader del gruppo, diventerà un vero e proprio ostacolo, duro e insuperabile, per il management maschile e troverà sostegno nella deputata Barbara Castle che le consentirà di sfidare anche il Parlamento. Insieme alle colleghe Sandra, Eileen, Brenda, Monica e Connie, Rita guiderà lo sciopero delle 187 operaie addette alle macchine per cucire, ponendo le basi per la legge sulla parità di diritti e di salario tra uomo e donna. Il cinema basato sulla conquista di un diritto è una specie di genere a parte, basato su una struttura molto rigida. C’è una situazione ‘normale’ che sembrerebbe destinata a restare immutabile finché non interviene un fatto che fa la differenza e che innesca una serie di eventi che porta in modo ineluttabile a una risoluzione in senso ‘progressista’. Ogni snodo narrativo è codificato, l’eroe incontra difficoltà, pensa di rinunciare, a un certo punto si sente isolato e le cose peggiorano sempre di più finché non vengono provvidenzialmente risolte da tutto il lavoro che l’eroe stesso ha realizzato fino a quel momento. “We want sex” è in un certo senso un titolo incompleto, il titolo completo è “We want sex equality”, e si riferisce alle lotte per la parità di trattamento economico avvenute in Inghilterra verso la fine degli anni sessanta. Il teatro in cui si svolge questo scontro è lo stabilimento britannico della Ford, azienda emblema del modello di industria basato sulla produttività portata al massimo livello. Lo scontro non è soltanto tra le maestranze femminili ed impresa, ma paradossalmente e in primo luogo tra maestranze femminili e sindacato. Un sindacato che pensa che i suoi strumenti di lotta vadano affilati in primo luogo per i lavoratori maschi. Il ritratto corale della comunità di Dagenham è messo perfettamente a fuoco, dall’assemblea delle donne al lavoro, svestite per il caldo ma capaci di spaventare un maschio più di una truppa armata, alle chiacchiere tra uomini al bancone del pub. Inoltre, la forza e la consapevolezza con cui le donne delle case popolari affrontano la materia politica, presunto appannaggio di maschi acculturati, facendo suonare la sveglia anche nelle orecchie delle signore borghesi, è trattato con onestà e partecipazione. È il cuore del film, ciò che lo muove e che commuove: nasce dalle testimonianze di alcune reali protagoniste dell’evento storico e, nonostante i passaggi intercorsi, conserva ancora qualcosa del colore della verità.


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Il Lavoro è un Bene Comune

Giovedì sera si è svolta, presso il palazzo Bomben a Treviso, l'assemblea pubblica contro la crisi e a sostegno della manifestazione della FIOM CGIL "Il lavoro è un bene comune" di sabato 16.
fiom
Un folto pubblico ha risposto all'appello trasversale lanciato da una serie di cittadini impegnati nelle istituzioni, nel sindacato o nella società per chiedere un cambio di rotta nelle politiche governative e industriale, e denunciare il rischio del diffondersi del modello Pomigliano come nuovo paradigma della regolazione dei rapporti sociali nel nostro paese, a scapito di diritti e qualità della vita dei lavoratori.

All'assemblea, introdotta da Sergio Zulian dei Verdi e Stefano Dall'Agata di SEL, erano presenti i consiglieri provinciali Luca De Marco (Sinistra Ecologia Libertà), Stefano Mestriner (Federazione della Sinistra) e le consigliere comunali di Treviso Maristella Caldato e Antonella Tocchetto del Partito Democratico.

Sergio Bellavita, della segreteria nazionale FIOM, ha ricordato i motivi della mobilitazione di sabato, denunciando l'atteggiamento pesante messo in atto nel paese contro la rappresentanza sindacale non allineata della Fiom. Delegati licenziati perché non accettano

peggioramenti delle condizioni di lavoro e di retribuzione spesso non legate a reali situazioni di crisi, una politica di compressione dei diritti dei lavoratori che non ha eguali nel resto d'Europa, e rispetto alla quale è urgente mettere in campo una piattaforma alternativa rispetto alle politiche oggi in atto. Per questo la manifestazione del 16 deve diventare una tappa di una più ampia mobilitazione che unisca le molteplici lotte per i diritti, dal precariato al mondo della scuola, e indichi una via d'uscita dall'attuale situazione.

L'assemblea ha deciso di continuare la propria mobilitazione anche oltre il 16, a partire dalla proposta di una nuova democrazia sindacale, per dare ai lavoratori il diritto di scegliere chi li rappresenta e di decidere sui contratti e sulle scelte che li riguardano.

All'appello di convocazione dell'assemblea avevano aderito tra gli altri i consiglieri provinciali Dall'Agata, De Marco e Mestriner, il sindaco di Maserada Floriana Casellato, i consiglieri comunali Nicola Atalmi e Antonella Tocchetto (Treviso), Adriana Costantini (Vittorio Veneto) Andrea Campagnaro (Ponte di Piave), Daniele Franco (Revine Lago), Alberto Irone (coordinatore della Rete degli studenti Medi di Treviso), Umberto Lorenzoni (presidente provinciale Anpi), gli storici Ernesto Brunetta e Daniele Ceschin, i sindacalisti Candido Omiciuolo, Sergio Brunello e Andrea Dapporto.


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Maratona contro l’omofobia

Il 27 gennaio scorso, Giornata della Memoria, presso la Sala del Mappamondo della Camera dei Deputati, insieme a Ivan Scalfarotto, Vice Presidente del Partito Democratico, Anna Paola Concia, Deputata del Partito Democratico e Guido Allegrezza, uno dei fondatori di Queer.SEL  – Sinistra Ecologia e Libertà per la cultura delle differenze – è stata presentata la “Maratona contro l’omofobia”.

Queer.SEL – Sinistra Ecologia Libertà per la cultura delle differenze insieme al tavolo GLBTE (Gay, Lesbiche, Bisessuali, Trans e Etero) del Partito Democratico hanno promosso una mozione contro l’omofobia e la trans fobia che sono già state approvate da alcune amministrazioni locali (Regione Lazio, Provincia di Ancona, Comune di Modena ecc.). Nella sua semplicità è uno strumento importante per testimoniare un impegno concreto a favore di una battaglia contro l’odio e la discriminazione.

Nel sito www.maratonaomofobia.it è possibile aderire alla Maratona oltre a scaricare il documento da presentare presso i consigli regionali, provinciali, comunali e municipali e aggiornare la mappa con lo stato delle singole iniziative sul territorio. Sarà una testimonianza fondamentale e concreta, un piccolo passo sul cammino di civiltà che il nostro Paese merita.

Convinti che questa iniziativa sia da sostenere con forza, ieri sera, alla Conferenza Capigruppo del Consiglio Provinciale di Treviso abbiamo presentato un Ordine del Giorno che ricalca il testo della Mozione.

L’ODG è stato firmato da: Stefano Dall’Agata (Capogruppo SD), Stefano Mestriner (Capogruppo Unione per la Marca), Luca De Marco (Consigliere SD), Lorenzo Biagi (Capogruppo Ulivo-PD), Marco Scolese (Capogruppo MPS)

ODG omofobia


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Il Questore e i laboratori cinesi

Il mio plauso all’iniziativa del Questore Damiano per arrivare a por termine allo sfruttamento di lavoratori nei laboratori cinesi. E trovo estremamente opportuno che siano coinvolti nel “Comitato per l’ordine e la sicurezza” anche i committenti italiani oltre a quelli cinesi.
È sicuramente il segnale che il tema del lavoro e della sua qualità nonché la questione del rispetto dei diritti umani dei lavoratori, stanno acquisendo una nuova attenzione da parte della società.
Non vorrei però che ci si limitasse all’azione, doverosa peraltro, verso un singolo settore produttivo.
Il Veneto e la Provincia di Treviso sono luoghi dove lavoratori veneti sono sfruttati, magari non con le stesse forme, anche da imprenditori locali, con parte della classe politica che ha sostenuto in sede legislativa la “deregulation” sulle questioni del lavoro, si pensi ad esempio alla legge che impediva le lettere di dimissioni in bianco.
Credo quindi che, a partire dall’ottima iniziativa promossa dal Questore Damiano, sarebbe utile un’analoga iniziativa da parte di Forze politiche, Enti locali, Sindacati e Categorie per ridare al Lavoro quella centralità che la nostra Costituzione gli assegna.

Stefano Dall’Agata – Sinistra Ecologia e Libertà
Consigliere Provincia di Treviso
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