Fabbrica Treviso

Blog di Stefano Dall'Agata


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Sulla sinistra in Italia e nel Veneto e sulla signora Moretti

SinistraQui in Italia si cercano da tempo scorciatoie politiche cercando di scopiazzare dal resto del mondo, evitando di confrontarsi sui processi reali, anche perché c’è una classe politica largamente incapace non solo di analizzarli, ma financo di vederli.

Podemos è nato da un movimento di massa che qui non c’è stato, e lo ha fatto senza sciogliere le sigle esistenti, ma creandone una nuova. Inoltre. e che piaccia o meno. parte dello spazio alla “Podemos” qui è già occupato da Grillo. Il percorso di Syriza, invece, è stato simile a quello di SEL, senza però alcun compagno Migliore degli altri a cercare di transitare nel PASOK, di autonomia sia dal PASOK che dal KKE. La Linke, nata dagli ex comunisti della DDR unitisi ad un pezzo della sinistra dell’SPD, fa alleanze con la SPD dove ce n’è la possibilità, l’ultima in Turingia esprimendone il Presidente.

L’ultimo tentativo in Italia, nato con la presunzione e volontà di tenere distanti vecchi tromboni della politica ha finito con l’imbarcare i vecchi tromboni dell’intellighenzia post marxista, con i risultati di spaccature, risentimenti e stanchezza che sono sotto gli occhi di tutte/i quelli/i che vogliono vedere. Non dovrebbe volerci molto a capire che il tempo di queste scorciatoie è esaurito, e che non c’è spazio per tentativi meno che onesti il cui scopo non dichiarato è quello di permettere possibili ascese verso il sole dell’avvenire di giovani di buone (?) speranze e di delusi e emarginati dalla brutta sinistra attuale. A mio avviso, quello che resta da fare sono il perseguimento senza paura nella promozione e difesa dei propri valori (soprattutto praticandoli in casa propria), e la pratica di alleanze di scopo, valutando caso per caso.

Nel caso Veneto, che è diverso da quello calabrese o emiliano, l’alleanza di scopo con la signora Alessandra Moretti non trova per me alcun senso, neppure “il voto utile” per non consegnare la regione alla Lega di Zaia; stante l’estrema improbabilità di capovolgere la partita, peggiorata dalle uscite di detta signora, degne del peggior centrodestra.


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A proposito dei discorsi ambigui sulla prostituzione

Real menIn questo momento in Italia c’è un dibattito sul tema della prostituzione legato alla discussione in Francia di una Legge, che sul modello svedese, punta a sanzionare i clienti e non le prostitute.

In Italia vengono espresse posizioni contrarie, da parte ovviamente di maschi, purtroppo con la sponda di qualche più o meno prestigiosa intellettuale radical chic.

E se possiamo dire che un terzo dei maschi ha Silvio Berlusconi come modello, ne è conseguenza che la maggioranza invece non lo è.
Un terzo è sì una quota minoritaria, ma non marginale. Molti di questi hanno denaro e potere, e chi vive di notorietà anche riflessa può tendere a tenere profili ambigui per non inimicarseli.
In questo senso alcune posizioni falsamente “liberatorie” nei confronti della prostituzione possono essere lette come una complicità consapevole nei confronti di chi vuole esercitare sulle donne un dominio sessuale attraverso il denaro.

Per parte mia censuro fortemente sia le affermazioni maschili che quelle femminili che portano alla banalizzazione della prostituzione e faccio mio il motto “i veri uomini non pagano le donne”.


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Il discorso di Laura Boldrini

Il testo completo della neoletta Presidente della Camera

(16 marzo 2013)

Foto: Auguri a Laura Boldrini, eletta oggi nuova Presidente della Camera dei Deputati. Care deputate e cari deputati, permettetemi di esprimere il mio più sentito ringraziamento per l’alto onore e responsabilità che comporta il compito di presiedere i lavori di questa assemblea.Vorrei innanzitutto rivolgere il saluto rispettoso e riconoscente di tutta l’assemblea e mio personale al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che è custode rigoroso dell’unità del Paese e dei valori della costituzione repubblicana. Vorrei inoltre inviare un saluto cordiale al Presidente dalla Corte costituzionale e al Presidente del consiglio.Faccio a tutti voi i miei auguri di buon lavoro, soprattutto ai più giovani, a chi siede per la prima volta in quest’aula.Sono sicura che in un momento così difficile per il nostro paese, insieme, insieme riusciremo ad affrontare l’impegno straordinario di rappresentare nel migliore dei modi le istituzioni repubblicane.

Vorrei rivolgere inoltre un cordiale saluto a chi mi ha preceduto, al presidente Gianfranco Fini che ha svolto con responsabilità la sua funzione costituzionale. Arrivo a questo incarico dopo aver trascorso tanti anni a difendere e rappresentare i diritti degli ultimi in Italia come in molte periferie del mondo. E’ un’esperienza che mi accompagnerà sempre e che da oggi metto al servizio di questa Camera. Farò in modo che questa istituzione sia anche il luogo di cittadinanza di chi ha più bisogno.

Il mio pensiero va a chi ha perduto certezze e speranze. Dovremmo impegnarci tutti a restituire piena dignità a ogni diritto. Dovremo ingaggiare una battaglia vera contro la povertà, e non contro i poveri. In questa aula sono stati scritti i diritti universali della nostra Costituzione, la più bella del mondo. La responsabilità di questa istituzione si misura anche nella capacità di saperli rappresentare e garantire uno a uno.

Quest’aula dovrà ascoltare la sofferenza sociale. Di una generazione che ha smarrito se stessa, prigioniera della precarietà, costretta spesso a portare i propri talenti lontano dall’Italia. Dovremo farci carico dell’umiliazione delle donne che subiscono violenza travestita da amore. Ed è un impegno che fin dal primo giorno affidiamo alla responsabilità della politica e del Parlamento.

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Ricostruire il Paese. Facciamo la nostra parte.

A Pierluigi Bersani, Nichi Vendola, Riccardo Nencini;

Alle assemblee nazionali di Partito Democratico, Sinistra Ecologia e Libertà e Partito Socialista Italiano;

Le primarie dei Progressisti appena terminate hanno regalato una bellissima pagina di partecipazione e di festa ad un Paese, il nostro, offeso e ferito da troppi anni di pessima politica che hanno allontanato i cittadini dall’idea di bene comune e ci restituiscono l’immagine di un’Italia che ha scommesso sul proprio futuro affidando al centrosinistra una grande responsabilità: il cambiamento.

Se la crisi economica del Paese e la crisi morale che ha attraversato la politica dipingevano un’Italia rassegnata, impaurita, arrabbiata o disinteressata, il 25 novembre e il 2 dicembre 2012 oltre tre milioni di elettrici ed elettori hanno voluto dare un segnale forte, chiedendo più coraggio, più partecipazione, più volontà di voltare pagina. Insieme, per restituire all’Italia la speranza.

Se, come è prevedibile, le prossime elezioni politiche saranno regolamentate dal Porcellum, una legge infame che ha tolto ai cittadini il potere di scelta, è però nelle nostre possibilità di donne e uomini di centrosinistra fare in modo che al popolo delle primarie, alle nostre elettrici e ai nostri elettori, siano date le chiavi per esprimersi sui rappresentanti in Parlamento che in primavera saranno chiamati a governare l’Italia nei prossimi cinque anni.

Diceva Gandhi: “Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”.

Ecco perché noi, donne e uomini del centrosinistra, chiediamo ai partiti che hanno partecipato alle primarie Italia Bene Comune, PD SEL e PSI, di attivare tutti gli strumenti, dalle primarie alle assemblee popolari, per la discussione e la scelta dei candidati nelle nostre liste. Per restituire a chi ha partecipato alle primarie la fiducia che è stata riposta in noi.

C’è chi il cambiamento lo invoca a gran voce. Noi vogliamo esserlo, davvero.

Istruzioni per sottoscrivere l’appello a fondo pagina

Firmatari

Livio Noto – Coordinatore circolo SEL “Palombella Rossa”, Trapani

Maria Pia Erice – Responsabile comunicazione SEL Sicilia

Sabrina Rocca – PD Trapani, Pres. Ass. TrapaniCambia

Federica Maineri – Assessore Provincia di Lucca, circolo SEL Viareggio Lèp

Giuseppe Civati – Consigliere regionale, PD, Monza

Francesca Terzoni – Direzione regionale PD Lombardia

  1. Alessio Cartocci Sideri – PD Roma
  2. Andrea Prestianni – elettore del centrosinistra, Castelbuono (PA)
  3. Andrés Lasso – elettore del centrosinistra, Firenze
  4. Angelo Benivegna – elettore del centrosinistra, Trapani
  5. Anna Lazzaro – SEL Licata (AG)
  6. Annamaria Cillufo – elettrice del centrosinistra, Castelbuono (Pa)
  7. Antonello Badessi – circolo SEL Casal Bruciato, Roma
  8. Antonino Munafò – elettore di centrosinistra, Barcellona Pozzo di Gotto (ME)
  9. Antonio Carnevale – SEL Lucca
  10. Antonio Di Maria – elettore di centrosinistra, Forlì
  11. Antonio Nannipieri – coordinamento federale SEL Lucca
  12. Antonio Scalabrino – elettore del centrosinistra, Trapani
  13. Assunta Aiello – circolo SEL “Palombella Rossa”, Trapani
  14. Astrid Di Pasquale – circolo SEL “Palombella Rossa”, Trapani
  15. Beatrice Piantini – Consigliere comunale SEL Lucca
  16. Carlo Mazziotta – circolo SEL Danilo Dolci, Trapani
  17. Cinzia Laconi – elettrice di centrosinistra, Forlì
  18. Claire Marie Scalabrini – SEL Marsala (TP)
  19. Claudia Rizzo – SEL Palermo
  20. Corina Gabriela Oros – elettrice del centrosinistra Tivoli (RM)
  21. Corinna Mologni – elettrice del centrosinistra, Ivrea (To)
  22. Costanza Forli – circolo SEL Garfagnana
  23. Dalila Russo – tesserata SEL, Balestrate (PA)
  24. Daniela D’Aguanno – elettrice del centrosinistra, Cassino (FR)
  25. Daniela Grossi – Portavoce Conferenza Democratiche della Lucchesia (Lucca)
  26. Daniele Ceragioli – PD Viareggio (LU)
  27. Davide Maglietta – elettore del centrosinistra, Casale Monferrato (AL)
  28. Diana Amoruso – elettrice del centrosinistra, Trapani
  29. Elena Sofia Trimarchi – SEL Firenze
  30. Elisabetta Lo Medico – SEL Bagheria (PA)
  31. Enrico Acciai – SEL Firenze
  32. Enzo Giuffrida – elettore Centrosinistra Rovigo
  33. Epifanio Bellini – segretario Circolo PD “E. Berlinguer”, Agrigento
  34. Ermanno La Commare – circolo SEL “Palombella Rossa”, Trapani
  35. Ezio Pagano – elettore di centrosinistra, Trapani 
  36. Fabiano Zara – elettore di centrosinistra, Treviso
  37. Fabio Nacchio – CoordinatoreSEL Castelnuovo Rangone (MO)
  38. Federica Gatto – elettrice di centrosinistra, Palermo
  39. Flavio Merlo – coordinatore circolo SEL Bassano del Grappa (VI)
  40. Francesco Agus – Coord. prov. SEL Cagliari
  41. Francesco Caleca – PD Milano
  42. Francesco Mastrolembo – SEL Nebrodi, Piraino (ME)
  43. Franco Cascio – SEL Terrasini (PA)
  44. Gabriella Buzzone – SEL Caltagirone (CT)
  45. Gemma Marino – consigliera comunale SEL, Caltagirone (CT)
  46. Geronimo Madrigali – coordinatore circolo SEL “Libertà è Partecipazione” Viareggio (LU)
  47. Giacomo Muntzer Trombi – elettore del centrosinistra, SEL Vienna
  48. Giandomenico Potestio – SEL Firenze
  49. Gianmarco Piccone – SeL marsica
  50. Gianni Pera – elettore del centrosinistra, Canossa (RE)
  51. Giorgio Mazzini – elettore del centrosinistra, Trapani
  52. Giovanna Consonni – SEL Sondrio
  53. Giovanni Portuesi – Cons. comunale PD, Castallammare del Golfo (TP)
  54. Giulia Rosa Giacalone – circolo SEL “Palombella Rossa”, Trapani
  55. Giuliana Buzzone – Sel Caltagirone (Ct) 
  56. Giuseppe Ortisi – consigliere provinciale SEL Trapani
  57. Giuseppina Buscaino – assemblea regionale SEL Campania, Altavilla Silentina (SA)
  58. Gladio Zamperini – SEL Bologna
  59. Hileg Elena Iannuzzi – circolo SEL Leoncavallo, Milano
  60. Irene Crobu – Circolo PD Nurachi (Or)
  61. Josephine Buzzone – elettrice del centrosinistra, Caltagirone (CT)
  62. Letizia Andreini – coordinamento prov. SEL Pisa
  63. Lillo Fede – elettore di centrosinistra, Trapani
  64. Livio Pacini – SEL Livorno
  65. Lorella Lo Rizzo – circolo SEL Cavallino (LE)
  66. Lorenzo Borghesi – coordinamento prov. SEL Lucca
  67. Lorenzo Lanza – elettore del centrosinistra, Pandino (CR)
  68. Lorenzo Pedroni – elettore del centrosinistra, Emilia Romagna
  69. Luciano Conti – SEL Livorno
  70. Luciano Montauti – coordinamento prov. SEL Livorno
  71. Luigi Ceccon – elettore del centrosinistra, Roma
  72. Luigi Spagnolo –  elettore del centrosinistra, Ponte Lambro (CO)
  73. Marco Fiaschi – PD marina di Carrara Ovest
  74. Marco Pedretti – SEL Treviso
  75. Margherita Cagnoni – Coordinatrice SEL Lucca
  76. Maria Elena Caliò – elettrice del centrosinistra, Capo d’Orlando (ME)
  77. Maria Spoto – elettrice del centrosinistra, Acireale (CT)
  78. Marianna Mercanti – elettrice del centrosinistra, Castelbuono (PA)
  79. Marinella Riccio – circoli SEL ScampiaChiaiano, VomeroArenella, Napoli
  80. Mario Liso – coordinatore SEL Ostuni
  81. Mario Lombardo – elettore del centrosinistra, Castelbuono
  82. Massimo Ruggeri – SEL Palermo
  83. Maura Firmani – PD Perugia
  84. Maurizio Berni – coordinamento prov. SEL Livorno
  85. Mauro Brandi – Circolo SEL Cavallino (LE)
  86. Mauro Cavicchini – coordinamento prov. SEL Pavia
  87. Mauro Romanelli – Cons. regionale Toscana, SEL
  88. Michele Spallino – elettore di centrosinistra, Castelbuono (PA)
  89. Mirko Solinas – resp. prov. comunicazione Giovani Democratici, Gonnosfanadiga (VS)
  90. Nadia Lamberti – elettrice del centrosinistra, Abano Terme (PD)
  91. Nico Angelastro – Vice Segretario GD Gravina in Puglia (BA)
  92. Nicolina D’Angelo – elettrice del centrosinistra, Trapani
  93. Norena Ferrara – elettrice di centrosinistra, Alessandria
  94. Ottavio Herbstritt – SEL Livorno
  95. Peppe Genchi – Cons. comunale SEL, Castelbuono (PA)
  96. Roberto D’Ambra – coordinamento SEL Livorno
  97. Riccardo Ugolini – PD Fabriano (AN)
  98. Sabrina Plys – elettrice del centrosinistra, Milano
  99. Sandro Carriglio – PD Trapani
  100. Serena Pellegrinetti – elettrice del centrosinistra, Viareggio (LU)
  101. Serena Raffiti – elettrice del centrosinistra, Mirto (Messina)
  102. Silvia Claudia Sarbunch – elettrice del centrosinistra, La Spezia
  103. Silvia Merlini – PD Vigevano (PV)
  104. Simone Tulumello – elettore di centrosinistra, Palermo
  105. Sofia Martino – Assemblea provinciale SEL Messina
  106. Stefano Dall’Agata – Resp. Comunicazione SEL Treviso
  107. Susanna Traversa – elettrice del centrosinistra, Torino
  108. Tindaro Truglio – elettore del centrosinistra, Catania
  109. Tommaso Mazzara – assemblea prov. SEL Palermo
  110. Valentina Brancati – elettrice del centrosinistra, Catania
  111. Valentina Villabuona – circolo SEL “Danilo Dolci”, Trapani
  112. Valeria Di Marzo – elettrice di centrosinistra, Erice (TP)
  113. Veronica Romano – elettrice di centrosinistra, Trapani
  114. Vincenzo Garuccio – elettore di centrosinistra, Londra
  115. Vincenzo Guadagno – SEL Acerra (NA)
  116. Vinicio Guerrieri – SEL Livorno

 Quanti vorranno sottoscrivere quest’appello inviando una mail a

facciamolanostraparte-2012@yahoo.it

con le stesse informazioni. Sentitevi liberi di condividere quest’appello sulle vostre bacheche e di raccogliere firme tra i vostri contatti, mandando poi un elenco (in mail, o in formato txt-doc-xls) all’indirizzo sopra citato. Arrivati a 100 sottoscrittori, la petizione continuerà online e chi ha firmato qui figurerà come promotore. Grazie!

Ricostruire il Paese. Facciamo la nostra parte.


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La solita Italia

Fiscal compact, pareggio di bilancio, carceri disumane, Tav in Val di Susa, art.18 smantellato, pensioni a 67 anni, matrimonio un privilegio e non un diritto di tutti, ius sanguinis, Bossi-Fini, Fini-Giovanardi, CIE, IMU per tutti, crollo di Pompei, tagli alla scuola e all’università, crisi pagata dai più poveri, il mercato e la finanza prima delle persone, ambiente subordinazione delle subordinazioni, vita e morte sequestrate dal clericalismo.

Oppure Vendola.

Grazie a Pasquale Videtta


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Jeju: una lettera all’Ambasciata della Corea del Sud in Italia

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All’Ambasciata della Repubblica di Corea,

via Barnaba Oriani 30, 00197 Roma

e per conoscenza

ai Consolati della Repubblica di Corea presenti in Italia

 

Treviso, 28 agosto 2011

 

Egregio ambasciatore Kim Young-seok,

 

quali membri consapevoli della comunità internazionale, le chiediamo con urgenza di adoperarsi per fermare la costruzione della base navale sull’isola di Jeju. Quando i piani per la base navale sono stati annunciati cinque anni or sono, il 95% dei residenti dell’isola hanno votato contro la sua costruzione ed hanno usato ogni mezzo democratico a loro disposizione per bloccarla. Pure, le loro proteste non sono state udite dal suo governo.

Condividiamo con i residenti di Jeju lo sdegno per il fatto che il governo sudcoreano sia disponibile a sacrificare la loro sicurezza pur di costruire una base missilistica statunitense che è parte di una strategia di provocazioni verso la Cina. Gli abitanti di Jeju non credono affatto che la base navale migliorerà la sicurezza del popolo coreano: sanno benissimo che essa destabilizzerà ulteriormente la regione dell’Asia del Pacifico e renderà l’isola di Jeju un bersaglio sicuro per le risposte militari.

La resistenza della gente di Jeju alla militarizzazione dell’isola nasce dal massacro del 3 aprile 1948, quando circa 80.000 civili furono uccisi dall’esercito sudcoreano durante manifestazioni pacifiche che si opponevano alla divisione dell’isola fra nord e sud. Nel 2006, l’ex Presidente Roh Moo Hyun si è scusato ufficialmente per l’episodio, designando Jeju quale “Isola della Pace”. La base navale viola gli impegni presi dal governo con i residenti di Jeju ed ignora il loro desiderio di pace.

Il 24 agosto scorso, il sindaco del villaggio di Gangjeong, Kang Dong-kyun, si è avvicinato ai contractors militari che hanno iniziato ad usare una gru da 250 tonnellate portata di contrabbando nel villaggio, di notte. Mentre chiedeva che la gru illegale fosse smantellata e rimossa, il sindaco è stato caricato su un veicolo della polizia assieme al suo concittadino Kim Jong-Hwan ed altri attivisti della società civile. Per dieci dure e lunghe ore cento fra abitanti di Jeju ed attivisti pacifisti hanno usato i loro corpi per impedire che la polizia trasferisse altrove il sindaco e gli altri. Due attivisti sono stati rilasciati, ma il sindaco, il signor Kim e fratello Moon sono ancora in stato di arresto.

Siamo profondamente preoccupati per la salute e la sicurezza degli attivisti pacifisti: permettendo l’uso della violenza contro attivisti nonviolenti si mina la reputazione del governo sudcoreano e si fornisce al mondo intero l’opportunità di dubitare della sua democrazia.

Famosa per la sua straordinaria bellezza ed il suo ambiente incontaminato, Jeju è stata indicata dall’Unesco come patrimonio dell’umanità ed è una dei 28 finalisti per le Nuove Sette Meraviglie della natura. Ci rende perplessi il fatto che nonostante la first lady si stia impegnando molto per quest’ultima causa il suo governo distrugga le possibilità di Jeju permettendo la costruzione della base. Per alloggiare le navi da guerra statunitensi, la marina coreana e la Samsung Corporation stanno già minacciando l’habitat del corallo e la ricca vita marina.

La costa di cui si tratta, Joongduk, è famosa non solo per essere il luogo in cui i delfini migrano dall’Alaska in estate, ma le sue acque sono anche quelle in cui centinaia di donne coreane, le haenyo, fanno pesca subacquea per raccogliere i molluschi che sono un pilastro dell’alimentazione del paese. La base navale distruggerà ciò su cui le haenyo e i pescatori si basano per vivere ed ha già reso profughi i coltivatori di agrumi di Gangjeong le cui terre sono state confiscate, le cui serre sono state demolite e i cui alberi da frutto sono stati sradicati.

La marina coreana aveva assicurato agli abitanti di Gangjeong che la base navale avrebbe avuto un impatto minimo sull’ambiente, ma loro non possono credere a questa menzogna, e neppure noi. I residenti sanno di prima mano come la base mette in pericolo le loro comunità, le loro esistenze e l’equilibrio naturale di Jeju.

Siamo dunque al fianco dei residenti di Jeju nella loro lotta nonviolenta per proteggere non solo i ricchi ecosistemi marini dell’isola, ma per proteggere la pace in una regione del mondo sempre più fragile e sempre più militarizzata. Chiediamo si fermino immediatamente i lavori per la costruzione della base navale su Jeju.

Distinti saluti,

 

Maria G. Di Rienzo, Stefano Dall’Agata

(da Telegrammi della nonviolenza in cammino, 31 agosto 2011)

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Nel nome del “papi”

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 395 del 5 dicembre 2010

Maria G. Di Rienzo: Nel nome del “papi”

Credo si debba dar credito di almeno una cosa alla Ministra Gelmini: pur facendo malissimo il suo lavoro, in una sola frase è riuscita a fotografare il “pensiero dominante” degli ultimi trent’anni italiani. Guardando dalla finestra, per così dire, la signora è sconcertata dal vedere pensionati e studenti protestare insieme. Che hanno a che fare gli uni con gli altri?, si chiede basita, Che interessi comuni possono avere?

Nel supermercato della giungla infatti, dove la Ministra vive e dove il suo governo pascola, tutti si vendono e/o comprano altri, ed ognuno è solo sino alla disperazione, perché chiunque si trovi accanto – se non è un oggetto da usare o un potente da agganciare – è un competitore, un ostacolo, un fastidio. Gli italiani non si sono tirati indietro: sulla base degli esempi e degli impulsi forniti dagli uomini e dalle donne “di successo”, incoraggiati dalla propaganda ossessiva dei media, abbagliati dai premi forniti alla disonestà e alla cialtroneria, hanno contribuito ad alzare il livello di violenza nel paese senza pensare che sarebbe ricaduto su di loro. Hanno giustificato ogni iniquità propria e altrui esattamente sul fondamento di una solitudine egoista. Ma singolarizzati non si vive.

Se l’ambiente è un terreno di caccia e sfruttamento l’immondizia si accumula sulle tue strade, il tuo fiume straripa, le tue case crollano, le varie patologie da inquinamento fanno ammalare ed uccidono te e i tuoi figli. Se le scuole sono aziende che devono produrre profitto, e parcheggi per i ragazzi in attesa che trovino da fare gli idioti in tv, è perfettamente normale che il bullismo sia esploso come un fungo atomico. Quando le donne non possono essere viste e rappresentate se non come imprenditrici del sesso a pagamento, hostess da tavolo, cigni da cubo, vassoi viventi e “talenti futuri”, ecco cosa aumenta: violenza domestica, violenza sessuale, disturbi dell’alimentazione nelle adolescenti, molestie sul lavoro (abbiamo il record europeo in quest’ultimo settore). Ed ecco cosa accade quotidianamente: bambine di quattro anni vestite come porno star fanno balletti “sexy” nel giorno del loro compleanno o nel cortile dell’asilo, bambini delle elementari – tutti o quasi “fidanzati” con coetanee – cercano pornografia su internet, studenti delle medie molestano pesantamente le compagne in classe, quando non le stuprano nei bagni, sotto gli occhi indifferenti degli insegnanti. Questi sono tutti episodi di cui io ho conoscenza diretta. Soli, ipersessualizzati, violenti e senza orizzonte: dai quattro anni in poi gli italiani e le italiane sembrano avere quest’unica prospettiva.

Di recente se n’è accorto anche il Censis (44° rapporto annuale sullo stato dell’Italia, dicembre 2010), definendo l’Italia “una società senza regole e senza sogni” attraversata dal “gusto apatico di compiere delitti comuni”. Il suo presidente De Rita ha rilasciato al proposito coltissime dichiarazioni piene di “auctoritas” e di “sregolazione pulsionale”, ma di fronte alla richiesta di rimedi si è rivelato un po’ meno profondo. Cosa possiamo fare, dunque? Preoccuparci del “padre che evapora” (santo cielo, abbassate i termostati!), quindi “ridare senso alla figura paterna” e “alla dimensione sociale del peccato”, ripartendo da un “desiderio” che nasca dalla “mancanza”. Il rapporto rileva con giusta perplessità i bambini affogati in giocattoli che neppure hanno chiesto e la mezza dozzina di cellulari a cranio italico, ma provate a portarglieli via e vedremo come il desiderio nato dalla mancanza si esprimerà: non si tratta solo di quante cose si hanno, signor presidente, ma di a che servono, di chi le usa e come le usa e per quali motivi, perché di fatto esse hanno sostituito le relazioni sociali e definiscono il posto nel mondo – il “successo”, il valore – di chi le possiede.

Giuseppe Roma, direttore del Censis, contribuisce: ripartiamo dal singolo, invoca, per ritrovare “impulsi vitali” ed “energie positive”. No, grazie: al “singolo” (uno contro tutti nella competizione globale) ci siamo già. E’ la coscienza che il singolo esiste all’interno di un sistema di relazioni che manca, è la consapevolezza che ogni individuo umano è stato portato all’esistenza da una relazione che manca, e che il nostro stesso pianeta è una rete di relazioni viventi. E’ il riconoscere che viviamo grazie alla cooperazione, non grazie alla competizione, che manca. Quanto al desiderio di un “padre” che ci metta a posto fomentando in noi l’idea del peccato e strapazzandoci per farci rigare diritto lo rispedisco al mittente: ciò che i signori del Censis hanno osservato con le lacrime agli occhi è esattamente il prodotto estremo e spettacolarizzato della “legge dei padri”, il patriarcato.

Quando Mister “Ghe pensi mi” (l’attuale capo di governo) metteva in fila le cameriere nelle sue ville per dar loro lo sculaccione augurale, affinché quel giorno lavorassero bene e nessuna piega si formasse sulla tovaglia per gli ospiti, non stava facendo altro che il suo lavoro da padre-padrone e quasi nessuno – oltre a me – lo ha trovato ignobile; quando assieme ai suoi lacchè ha sponsorizzato la pagliacciata del “Family Day”, delegittimando ed insultando la mia, di famiglia, perché “sregolata” e “non tradizionale” (come non è “tradizionale” la maggioranza delle famiglie italiane), il padre-padrone si sentiva perfettamente in regola circondato da prelati, beghine, le sue due famiglie ed il corteggio di amanti a pagamento: è “tradizione”, infatti, che il patriarca possa concedersi ciò che ai comuni mortali è negato; quando le suddette dame di compagnia sessuale gli chiedevano favori (risolvimi l’abuso edilizio, prestami l’avvocato da talk show per i miei problemi legali, trovami un posto in tv o da parlamentare: e quelle che hanno sollevato i veli dell’ipocrisia lo hanno fatto solo perché non hanno ottenuto ciò che volevano) stavano ridando pieno “senso alla figura paterna”, quella del “tradizionale” padre onnipotente che dà e toglie a suo capriccio, che ha piena potestà sulla figliolanza reale e simbolica, e che è autorizzato ad usarla per il proprio godimento: fra i figli, quindi, deve scatenarsi la lotta più implacabile per ottenere i favori del padre, eliminare gli avversari, e infine prenderne il posto.

In questo quadro, lo stupore ministeriale che citavo all’inizio (“Che interessi comuni possono avere pensionati e studenti?”) è perfettamente logico: ognun per sé e dio per chi può pagarlo con le regalie alle scuole private, mentre quella pubblica affonda. So che la Ministra non leggerà mai la spiegazione che sto per fornirle, e che quand’anche ciò accadesse probabilmente non riuscirebbe (ancora) a capirla, tuttavia eccola qua: pensionati e studenti, lavoratori e attivisti sociali, stanno cominciando a ricordare di essere umani, e che sono umani solo grazie al fatto che altri esseri umani li hanno messi al mondo, hanno avuto cura di loro, si preoccupano per loro, li amano. Se al Censis non hanno le fette di “papi” sugli occhi dovrebbero accorgersi che tutto questo ricorda molto di più l’agire di una madre (o di un padre nient’affatto “tradizionale”). Una madre che non ti indica l’inferno più o meno trascendente – il “senso sociale del peccato” – ma un quotidiano esistere fatto di buone relazioni, di negoziazioni, di condivisione di abilità e risorse, di responsabilità e rispetto, come sistema per vivere meglio, insieme, tutte e tutti. Se vogliono prove di quanto dico, è probabile che non debbano guardare più lontano di casa propria. Maria G. Di Rienzo


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Sperando in un sussulto di dignità

Da una fiction coreana quello che sembra uno spaccato della politica italiana.

Nello sceneggiato la Deputata diventa il primo Presidente donna della Corea del Sud.

Ogni parallelo e buon auspicio per Nichi Vendola è ben accetto 🙂

Discorso televisivo della neo-deputata Seo Hye-rim (l’attrice Ko Hyun-jung); scena finale della puntata n. 7 dello sceneggiato Dae Mul (“Pesce grosso”), attualmente in onda per la SBS in Corea del Sud. La mia traduzione è dedicata di cuore al sistema politico italiano ed ai suoi scandali passati e correnti. Sperando in sussulto di dignità del popolo italiano, Maria G. Di Rienzo

“Sì, dobbiamo cambiare la politica, e bisogna cominciare dai politici. In primo luogo, dobbiamo essere umili e riflettere sulle nostre azioni. Il Parlamento della Repubblica (1) ha sessant’anni: innumerevoli politici hanno sognato di portare riforme al Parlamento. Ma quando sono diventati parlamentari si sono tramutati in figure di potere, e la realtà politica del vecchio assetto resta ancora immutata. Perché è così?

Perché i deputati seguono le direttive dei capi del loro partito e abbandonano ciò in cui credono, finiscono per trovare rifugio nel potere come mezzo per salvaguardare le loro carriere. Questa è la verità, per quanto triste sia.

Anche con l’avvicendarsi di nuove generazioni, il Parlamento, che è pagato con le tasse dei cittadini, diventa lo scenario di una farsa dove ci si azzuffa come cani e si strilla come galletti, ed il sistema non cambia.

Il mio precedente lavoro (2) era insegnare ai bambini a non litigare, ad andare d’accordo e a mantenere la parola data. Ma quando gli adulti, i politici, si comportano nel modo che sappiamo, sotto i loro occhi, cosa possono imparare i bambini?

Ogni volta, in occasione delle elezioni, i politici per avere voti vi dicono “cari cittadini” e cose simili. Ma io sono assai dispiaciuta di dover dichiarare qui che i nostri politici non hanno alcun rispetto per la gente. I politici non temono il popolo e mostrano di continuo un’attitudine arrogante, di impunità. Io credo che i cittadini siano anch’essi responsabili per questo.

I cittadini accusano il sistema politico di essere corrotto, ma poi ci ridono sopra, e non fanno nulla. Perciò i politici non hanno timori. E proprio perché non temono nessuno che più facilmente diventano corrotti.

Membri della nazione, voi siete i reali proprietari della Repubblica. Voi siete, simbolicamente, i genitori che allevano e sostengono i politici. I genitori sgridano i figli se questi ultimi non ascoltano, e se ancora non capiscono li castigano con amore.

Solo voi, cittadini di questa nazione, siete la vera speranza di cambiamento per il sistema politico del paese. Cittadini, per favore, andate a prendere una verga e i politici disobbedienti puniteli con amore. Se tutti voi colpite le gambe dei politici con la verga, la loro idea che i voti siano scontati e la loro arroganza scompariranno.

Controllateli. Istruiteli. A chi appartiene davvero questo paese? Dovete farglielo sapere.

Per favore, usate la verga e correggete la politica.”

  1. della Corea del Sud;
  2. Intrattenitrice in un programma televisivo per l’infanzia.


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Niente paura

Niente paura
presentato alla mostra del cinema di Venezia


Niente paura è un film sull’identità nazionale nell’epoca delle “passioni spente”, nell’epoca della crisi radicale della politica, in senso lato. Il film racconta – in modo non ideologico, ma attraverso le storie personali di uomini e donne comuni, di persone conosciute e dello stesso Ligabue – colonna sonora del film e “narratore per eccellenza” – come siamo e come eravamo, in realtà da dove veniamo (fine anni Settanta, primi anni Ottanta, quando si opera una svolta sia nelle istituzioni che nel costume) e quale Paese siamo diventati oggi.
Sito Web:
http://www.nientepaura-ilfilm.it/
Interpreti:
Luciano Ligabue
Sceneggiatura di:
Piergiorgio Gay
Diretto da:
Piergiorgio Gay
Produttore:
Lionello Cerri
Trama:
Raccontare un musicista italiano e il suo pubblico per ripercorrere gli ultimi trent’anni del nostro Paese. Ma possono le canzoni raccontare la società? E può il percorso artisti di un musicista, ovvero Luciano Ligabue come eravamo e come siamo adesso? La musica popolare parla di noi, e spesso ci ritrae meglio di tanti saggi o studi sociologici. Parte da un’emozione, dal ritmo, in maniera viscerale. Una canzone può semplicemente rimanere legata a un momento particolare della nostra vita, darci felicità, amarezza o nostalgia nel ricordo. Addirittura “celebrare” un evento cruciale, diventare “rito”, nel senso più laico e bello del termine. Canzoni e emozioni. Canzoni nello scorrere della vita personale ma anche sociale e politica. Canzoni e memoria. Memoria personale e memoria collettiva, nel duplice senso di memoria di un Paese e memoria di tante persone insieme.