di Maria G. Di Rienzo
Ci siamo. Venerdì prossimo le mimose saranno circondate da luoghi comuni, sessismo, spogliarelli e stronzate. Cosa potete fare di alternativo al guardare da un’altra parte?
1. Scioperate. O almeno raggiungete cortei e presidi non appena potete. Come diceva Shirley Chisholm, prima donna afroamericana eletta al Congresso statunitense, “Se non vi danno un posto a tavola, portatevi dietro una sedia pieghevole.”
2. Sfogliate febbraio (come contesto più recente) e lasciate cadere qualche notizia sui discorsi odiosi e ignoranti.
* Palermo: Muratore di 54 anni uccide la moglie e due figli di 3 e 16 anni: “Sono un soldato di Dio. C’era il demonio dentro di loro”.
* Gallipoli: Da mesi perseguita l’ex compagna con scritte offensive, aggressioni in strada e atti di vandalismo. Nell’ultimo episodio ripreso dalle telecamere di videosorveglianza è travestito da fantasma.
* Roma: “Dov’è la cena? Non sai nemmeno fare la serva”. Operaio 52enne torna a casa e getta acqua bollente sulla moglie davanti ai figli. L’aveva già minacciata con un fucile.
* Genova: Già a processo per violenza sessuale con l’amico Ciro Grillo, il 24enne Francesco Corsiglia passa una serata in discoteca dove solleva il top a una studentessa in mezzo alla pista, lasciandola seminuda davanti a tutti i presenti. Il gip ha definito l’accaduto “di minore gravità” (certo, rispetto a un omicidio o a lesioni permanenti è “minore”, ma non meno indicativo del fatto che Corsiglia e i suoi simili pensano alle donne come a giocattoli di loro proprietà) e non sappiamo come procederà, nel frattempo “il giovane studia all’estero in una scuola di eccellenza nel settore alberghiero.”
* Catania: “Non sono stato io”: è la frase maggiormente ripetuta negli interrogatori di garanzia, davanti ai giudici per l’udienza preliminare, da parte dei sette fermati per la violenza di gruppo aggravata nei confronti di una 13enne, la sera del 30 gennaio scorso. (In realtà non ce n’è uno che possa chiamarsi fuori.)
* Crotone: Violenza sessuale aggravata sulla figlia di 12 anni, il primo abuso quando ne aveva 7. Ricostruiti almeno sei episodi che avvenivano in casa la sera quando la madre non c’era.
* Torino: Manifestazione degli studenti universitari davanti alla sede storica delle facoltà umanistiche di Palazzo Nuovo a Torino contro le molestie, con un presidio organizzato dal collettivo ‘Cambiare rotta’. Un docente del Dip. di Filosofia, indagato per molestie, è sospeso dal 1° marzo, mentre il docente di Medicina Legale è ai domiciliari per violenze sessuali.
3. Riconoscete le mistificazioni per quello che sono.
Non perdete tempo a spiegare e confutare, nulla di ciò che ricevete in questo contesto è stato pensato in buona fede e nulla di quel che dite sarà ascoltato. Se proprio volete rispondere, “Per favore, smetti di dire sciocchezze” è la frase più gentile che riesco a formulare.
La mistificazione più comune consiste nel buttare addosso a chi si batte contro la violenza sulle donne (in primis le femministe) affermazioni mai pronunciate e “fatti” mai avvenuti, con doveroso contorno di disprezzo. L’evergreen in tale contesto è qualcosa del tipo “Eh già, per te gli uomini sono tutti malvagi e le donne sono tutte sante…” No no no. Personalmente penso che donne come Hoara Borselli siano al medesimo livello dei troll di sesso maschile: per esempio, “(…) la narrazione mainstream femminarda (uomo sempre cattivo / donna sempre buona?)” che lei denuncia non esiste. Se l’è creata da sola per aggredire verbalmente le femministe e non ha neppure la decenza di chiamarle con il loro nome (narrazione “femminarda”?).
4. Cominciate a mettere in moto il mondo nuovo in cui volete vivere.
“Nulla su di noi senza di noi”. In altre parole, le prospettive e le voci delle donne devono guidare le decisioni che hanno impatto sulle loro vite. Troppo spesso le donne sono ridotte al silenzio, omesse dalla “versione ufficiale”, raccontate e definite da altri, inchiodate nella sagoma del “corpo-che-piace-al-maschio” e viste solo all’interno di essa. Un cambiamento durevole di tale situazione può essere creato solo collettivamente: il coraggio personale della singola che apertamente sfida le ingiustizie del patriarcato è magnifico e degno del massimo rispetto, ma il progresso e il successo finale dipendono dal sostegno e dalla solidarietà delle sue simili. Perciò: analizziamo in modo spassionato strutture e relazioni di potere; riconosciamo la base comune delle discriminazioni e delle violenze che si danno in diversi ambiti (ambientale, economico, politico, sociale) e costruiamo alleanze; condividiamo informazioni e risorse; facilitiamo ovunque la partecipazione delle donne; costruiamo iniziative basate su ciò che le donne sanno e vogliono; visualizziamo un mondo basato su libertà, eguaglianza e giustizia… e passiamo la linea tenendoci per mano.