Fabbrica Treviso

Blog di Stefano Dall'Agata


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Sit in Aeroporto Canova

Martedì 2 maggio sono stato all’iniziativa di Europa Verde per chiedere la riduzione dell’impatto dell’Aeroporto Canova.


Questo il comunicato di presentazione dell’Iniziativa:

La collocazione dell’Aeroporto di Treviso presenta palesi problemi di compatibilità coi centri abitati dei Comuni di Quinto di Treviso e del capoluogo Treviso, che come il Parco del Sile sono in forte prossimità allo stesso. L’impatto dell’inquinamento atmosferico prodotto dai velivoli va a gravare su una situazione che è già critica e unito all’inquinamento acustico rappresenta un significativo fattore di rischio per la salute della popolazione.

La decisione del Ministero dell’Ambiente di concedere a SAVE l’ampliamento di traffico richiesto oltre al limite massimo precedente di 16.300 voli ci trova in forte disaccordo e ha dato dimostrazione di una grave carenza di interesse per la salute pubblica da parte di organi dello Stato che dovrebbero invece tutelarla.

Ribadiamo che la scelta di ampliamento della capacità dei voli dell’Aeroporto reca un danno evidente alla qualità della vita dei cittadini di Treviso e di Quinto; proprio per questo noi di Europa Verde-Verdi Treviso auspichiamo si possa ridiscutere la questione dell’Aeroporto di Treviso ragionando sulla razionalizzazione del sistema aeroportuale del Nordest e valutando l’eventuale utilizzo (anche in modo sostitutivo) dell’Aeroporto di Istrana.

Riteniamo che l’aumento dei già elevati livelli di traffico del Canova, con arrivi che mirano principalmente al centro storico di Venezia, sia in contraddizione con la limitata capacità di accoglienza della città lagunare e assolutamente non sostenibile rispetto alle sue caratteristiche peculiari.

Ma il Gestore non è il solo responsabile di quanto accade, pur essendo il principale. Shakespeare scriveva “c’è del marcio in Danimarca”, magari in Regione Veneto questo marcio non c’è, ma responsabilità pesanti fatte di Atti e di dichiarazioni pubbliche sono innegabili, e in questa commedia giocata sulle teste dei cittadini, il Presidente Zaia e il suo partito ne risultano essere gli attori principali.

Del Sindaco Mario Conte inoltre non ricordiamo un singolo Atto significativo volto a mitigare l’impatto dell’Aeroporto, un impatto che va a gravare anche sul Parco Regionale del fiume Sile, il più lungo fiume di risorgiva d’Italia, che nonostante il disturbo antropico, mantiene discreti livelli di naturalità e specie di fauna e flora uniche, un patrimonio che dobbiamo assolutamente tutelare attraverso una gestione realmente sostenibile dell’area!


Stefano Dall’Agata – Candidato Europa Verde Treviso

Isabella Scortegagna e Luca Saccone – Co-portavoce Circolo Grande Treviso Green di Europa Verde Verdi e candidati Europa Verde Treviso

L’articolo di Mauro Favaro su Il Gazzettino:


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Crimini contro l’ambiente. Luci ed ombre sul Rapporto Onu

Cristina Guarda, consigliera di Europa Verde della Regione Veneto e Stefano Dall’Agata, candidato al Senato per l’Alleanza Verdi Sinistra sono intervenuti sul Rapporto A/HRC/51/35/Add.2 sui cosiddetti “Crimini ambientali” che sarà presentato ufficialmente all’Human Rights Council dell’Onu il 20 settembre 2022

“Se da un lato viene evidenziato che il Rappresentante speciale accoglie l’adozione della legge 68 del 2015, che ha introdotto i Crimini contro l’ambiente, compresi i crimini dell’inquinamento ambientale e disastro ambientale, nel codice penale italiano, dall’altro sono segnalate molte situazioni in cui l’inquinamento raggiunge proporzioni tali da essere lesivo dei diritti umani. Dispiace trovare il Veneto nominato assieme a situazioni come quelle della Terra dei Fuochi e dell’ILVA di Taranto, e crediamo che vi sia da parte della Giunta Regionale del Veneto una forte sottovalutazione delle due questioni citate nel Rapporto e che riguardano il Vento: i PFAS e i pesticidi per la zona del prosecco.” ha spiegato Stefano Dall’Agata.

Come aveva già segnalato Cristina Guarda riguardo ai PFAS: “Dal rapporto emerge inoltre che non tutti coloro che sono stati esposti sono stati messi nella condizione di verificare il livello di contaminazione, ad esempio chi è nato dopo il 2014 nelle zone interessate non ha avuto accesso allo screening.
In uno specifico paragrafo del rapporto il relatore non manca di evidenziare l’indubbia criticità circa le verifiche in ordine alla contaminazione degli alimenti. Il caso Miteni viene citato come esempio della mancata protezione all’esposizione nel nostro: Paese a sostanze tossiche.”

Prosegue Cristina Guarda: “Sono ancora amareggiata per il diniego fatto dal Consiglio Regionale del Veneto alla mia proposta di un’informativa sui PFAS rivolta ai cittadini, volta a introdurre nuove e più efficaci iniziative per diffondere maggiore conoscenza e buone pratiche sui Pfas tra la popolazione”

Continuano i due Candidati: “Si tratta di questioni che noi invece abbiamo affrontando da tempo, schierandoci con la popolazione interessata e che vive i disagi e le paure connesse ai possibili rischi per la salute dovuti all’esposizione di sostanze sicuramente nocive.La sostenibilità dei cicli produttivi non deve restare uno slogan, ma come per l’amianto può e deve richiedere la produzione di sostanze con un uso equivalente, ma prive (o che ne riducano fortemente) di impatto sulla salute delle popolazioni.
Per quanto riguarda l’agricoltura, noi sosteniamo da tempo un’agricoltura sostenibile e l’agricoltura biologica, e abbiamo inserito nel programma con cui ci presentiamo alle Elezioni, al punto 18 – L’Italia del mangiare sano: “la riduzione drastica dell’uso di pesticidi, fertilizzanti e antibiotici, maggiore spazio alla natura nei campi agricoli, aumento della superficie coltivata a biologico, misure che devono tradursi quanto prima in obiettivi vincolanti a livello europeo ed essere presenti nella revisione del Piano Strategico Nazionale per avviare una profonda e radicale conversione ecologica dell’agricoltura.”

“Chiediamo quindi alle cittadine e ai cittadini di dare sostegno alle nostre proposte e alla coerenza con cui abbiamo sempre sostenuto un diverso modello di sviluppo, e alla politica tutta di dismettere il comportamento da struzzi del mettere la testa sotto la sabbia per non vedere i problemi, e i cominciare invece ad affrontarli con serietà, competenza e onestà intellettuale.”


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Gelo e grandine, stiamo dalla parte del mondo agricolo

Noi Europa Verde – Verdi della Marca Trevigiana sosteniamo le richieste di risarcimento provenienti dal mondo agricolo a seguito delle recenti grandinate e delle gelate dell’aprile scorso; vogliamo però ricordare che questi eventi estremi sono sempre più frequenti, così come l’aumento delle temperature che anticipa le fioriture, rendendo le piante più vulnerabili nelle notti di primavera più fredde, a causa del cambiamento climatico dovuto all’enorme aumento di immissioni in atmosfera di gas climalteranti.

Siamo vicini ora al mondo agricolo, parte importante del lavoro e dell’economia della Provincia di Treviso, e nel contempo pensiamo che ci si debba porre degli obiettivi più lungimiranti al fine di prevenire questi disastri, sia proseguendo convintamente nella strada della transizione energetica, per la riduzione dei consumi attraverso l’efficienza energetica e per la sostituzione dei combustibili fossili con energia da fonti rinnovabili, che sostenendo finanziariamente l’adozione di nuove tecnologie che permettano di limitare i danni in caso di detti eventi.

Daniele Tiozzi e Elisa Casonato

Co-portavoce Europa Verde – versi della Marca Trevigiana

Stefano Dall’Agata

Referente Agricoltura Federazione Provinciale Europa Verde – Verdi della Marca Trevigiana


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Recovery Plan: un’agenda per un’innovazione digitale sostenibile

Programma e resoconto dell’iniziativa che ho organizzato sulla digitalizzazione sostenibile.

Viviamo in un Mondo sempre più connesso in cui si aprono grandi speranze per miglioramenti nella vita delle cittadine e dei cittadini, per l’innovazione nelle imprese e nella pubblica amministrazione.
Nel contempo crescono le preoccupazioni sulla gestione dei processi, e su come questi impattano sulla privacy, sulla capacità di controllo sui software, e in questo senso i software open source sono la migliore opzione, anche come possibile alternativa ai rischi di lock-in.
Con la pandemia e la recente crisi dei vaccini è diventato chiaro a vaste fasce della popolazione e dei decisori politici come la capacità di controllo delle strutture fisiche (stabilimenti per i vaccini, o hardware, server e cloud per il digitale) siano importanti per una efficiente e libera governance dei processi.
Per discutere di questo, e di come le risorse messe a disposizione dal Recovery Plan possano e dovrebbero essere utilizzate, ad esempio importando buone pratiche da altri Paesi UE, la Federazione Regionale di Europa Verde Verdi del Veneto vi invita a partecipare alla tavola rotonda/webinar che si terrà online mercoledì 21 aprile 2021 dalle ore 17.30 alle ore 19.00 sulla piattaforma StreamYard con diretta sulla Pagina Faceboook e sul Canale YouTube di Europa Verde Verdi del Veneto.

L’iniziativa sarà introdotta da Luana Zanella, Commissaria Regionale e coordinata da Stefano Dall’Agata della Federazione Regionale di Europa Verde Verdi del Veneto.

Parteciperanno:

Cristina Guarda – Consigliera Europa Verde Verdi della Regione Veneto

Luci e ombre nell’Agenda Digitale del Veneto 2020

Sonia Montegiove – Giornalista

La digitalizzazione come opportunità per la Pubblica Amministrazione

Flavia Marzano – Consulente per la trasformazione digitale

Piano nazionale di Ripresa e Resilienza e Digitale

Alexandra Geese – Europarlamentare Verdi Europei
Geopolitica del software e dell’hardware

Il video dell’iniziativa su YouTube

La presentazione di Flavia Marzano:
21 Aprile 2021 PNRR e Digitale


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Cemento allo Storga: una pugnalata al cuore verde di Treviso

Apprendiamo in questi giorni con grande rammarico che la Cooperativa Provinciale Servizi ha presentato in comune il progetto per la realizzazione di una struttura residenziale per la terza età in zona Acquette, si tratterebbe di un’opera edilizia di entità sufficiente ad ospitare fino a novanta persone.

Nessuna rassicurazione circa l’attenzione alla sostenibilità dell’intervento può rassicurarci rispetto all’impatto ecologico devastante che un’opera simile avrebbe sul limitrofo Parco dello Storga, area di risorgiva e bacino di biodiversità di valore inestimabile per la città di Treviso. Oltre alla volumetria della struttura infatti, il progetto, i cui incartamenti non sono ancora stati resi pubblici, dovrà necessariamente prevedere anche un’enorme superficie impermeabilizzata che richiede complesse soluzioni per depurare le acque di scolo, con notevoli rischi per un’area di risorgiva.

Come Verdi – Europa Verde della Marca Trevigiana ci chiediamo inoltre quale possa essere la necessità di ulteriori edificazioni una zona in cui le possibilità di riqualificazione edilizia non mancano. A poca distanza sorge infatti uno dei molti edifici fatiscenti presenti sul territorio del comune: l’ex brefotrofio; il quale, convertito in un secondo tempo in scuola, è ora un’area abbandonata e già compromessa, che potrebbe essere utilizzata con fini di utilità pubblica. Un recente indagine di Italia Nostra inoltre ha evidenziato su tutto il territorio comunale decine di aree di degrado, i cosiddetti buchi neri, che un’amministrazione che ha a cuore realmente la città dovrebbe pensare a recuperare prima di approvare nuovi progetti a discapito dell’ambiente.

Ca’ Sugana invece, dopo aver permesso l’allargamento di destinazione dell’area da “opere pubbliche” a “opere di interesse pubblico”, permettendo quindi l’edificazione di strutture di interesse socio-sanitario, sta ora valutando l’impatto dell’opera in termini urbanistici e di portata sociale. Chiediamo con forza che l’amministrazione non si lasci blandire da vaghe rassicurazioni riguardo alla sostenibilità ambientale del progetto e tanto meno che ceda a interventi di greenwashing che mascherano, dietro a un felice connubio tra ecologia e sociale, gli interessi di chi vuole continuare a soffocare nel cemento la nostra bella regione, già tristemente in cima alla classifica italiana per quello che concerne il consumo di suolo.

La migliore opera pubblica che si possa pensare per l’area dello Storga è il suo ampliamento, la sua salvaguardia, e la sua manutenzione costante.

Europa Verde Verdi della Marca Trevigiana

Daniele Tiozzi e Elisa Casonato Co-Portavoce

Amedeo Fadini

Europa Verde Verdi Circolo Alex Langer Città di Treviso

Isabella Scortegagna, Stefano Dall’Agata, Francesco Negro, Giuseppe Pettinati, Anna Guzzella


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Aeroporto Canova: di Commissari VIA e nuove lottizzazioni

Ci lasciano in parte sconcertati le dichiarazioni dell’Assessore Manera di Treviso, non tanto per la sua parte come Assessore, che mostra come la Lega abbia sempre fatto il gioco delle tre carte con i cittadini di Treviso e di Quinto, indifferente ai disagi portati da migliaia di voli sopra le teste degli abitanti di Quinto, Canizzano, Santa Maria del Sile, San Zeno e San Lazzaro.

Troviamo imbarazzante la dichiarazione sulla sostenibilità ambientale raggiunta grazie a lui e al Sindaco Mario Conte, come se il merito non fosse invece dei decenni di lotte da parte del Comitato Aeroporto, con analisi scientifiche e puntuali, a cui le Amministrazioni leghiste hanno sempre guardato con supponenza.

Ma questo fa parte di considerazioni che fanno parte del confronto politico, un confronto in cui noi Europa Verde Verdi della Marca Trevigiana mettiamo al primo posto le ragioni dell’ambiente con il Parco del Sile, e la salute e il benessere dei cittadini, mentre per la Lega ci pare evidente che quello che conta veramente siano gli affari di SAVE e del suo Presidente Marchi.


Quello che proprio non possiamo tollerare è che Alessandro Manera rivendichi dette cose in quanto ex Commissario VIA. Perché se è nella normalità delle cose che un Assessore risponda alla propria maggioranza e a un programma elettorale, nella funzione di Commissario si risponde delle analisi fatte in base alle proprie competenze tecniche e a quanto prescrive la Legge, in funzione dell’interesse generale, e non dell’interesse di una parte. Da quanto dichiarato non possiamo non prendere atto del fatto che nel ricoprire il ruolo di Commissario ci sia stato una sorta di cortocircuito e di conflitto di interesse tra il rispondere alla funzione assegnata e i dictat della propria parte politica.


Una parte politica che ha sempre usato l’esistenza storica dell’aeroporto come scusa nei confronti dei cittadini, dimenticando volutamente che il centro storico di Quinto esisteva da prima dell’Aeroporto Canova; e che ora pare stia andando ad approvazione della lottizzazione “Panatta” che dovrebbe essere realizzata proprio sotto la rotta della quota di aerei che decolleranno in direzione di Treviso:
Ci viene da chiedere al signor Panatta e alla Giunta di Treviso se pensano che possa avere mercato l’ennesima speculazione edilizia nel territorio comunale, ben sapendo che altre lottizzazioni sono in via di completamento in un mercato immobiliare che è ormai saturo.

Daniele Tiozzi e Elisa Casonato

Co-portavoce

Europa Verde Verdi della Marca Trevigiana

Stefano Dall’Agata

Europa Verde Verdi Città di Treviso


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PM10 e qualità dell’aria: bruciare meno legna

Puntualmente ogni inverno, anche grazie al Rapporto Mal’aria di Legambiente viene portato all’attenzione dell’opinione lo stato dell’aria nel nostro Paese.
Tutti conosciamo a linee generiche quali sono i fattori di produzione degli inquinanti, in particolar modo per il particolato PM10 e PM2,5, per poter puntare però ad un ambiente più sano serve approfondire quale sia il rapporto quantitativo tra le varie fonti per poter proporre politiche efficaci e praticabili.
Allo scopo è utile osservare la tabella2.6 dal Rapporto ISPRA 2020 sulle emissioni dal 1990 al 2018.


Detto Rapporto ci dà modo di osservare come il sistema industriale, dei trasporti e dell’agricoltura abbiano fatto dei significativi passi in avanti:

processi di produzione dell’energia più efficienti, motori sempre più puliti e da ultimo l’utilizzo di vetture elettriche, oltre alla riduzione dell’utilizzo del carbone hanno segnato decrementi che vanno da un meno 30% circa per l’agricoltura, al meno 60% circa per il trasporto stradale, e addirittura oltre per i processi di combustione industriale o di produzione dell’energia.

Il raggiungimento di buoni traguardi non deve però farci fermare sugli allori, ma darci una spinta ulteriore al miglioramento, considerando come motivo di speranza nelle future azioni il successo raggiunto con le buone pratiche finora applicate.
È da osservare invece come vi sia un significativo ed in controtendenza aumento della produzione di polveri sottili da parte delle combustioni non industriali, principalmente gli impianti di riscaldamento domestico che vede un aumento di oltre il 50%, concordemente dovuto al consumo di biomasse legnose (caminetti stufe a legna, pellet ecc.) le quali nella stima per il 2018 incidono per 93mila tonnellate su 95mila.

La conseguenza sugli sforamenti nel tasso di particolato che continuano ad essere elevati, soprattutto in Val Padana è evidente, e si può dire ormai che l’influenza dei riscaldamenti domestici sia ormai un fattore determinante.
Allo scopo è utile inquadrare il fatto che mentre le altre emissioni sono poco legate a cicli stagionali, il riscaldamento domestico invece incide soprattutto nei mesi che vanno da ottobre a marzo, e il cui contributo può essere con valori che arrivano anche all’80%; e complice anche l’inversione termica che ne favorisce l’accumulo innalza pericolosamente i livelli di particolato nell’aria al suolo. Con conseguenti sforamenti che va sempre ricordato sono indici ufficiali di qualità dell’aria e rappresentano i possibili rischi per la salute umana.
La situazione richiede uno sforzo particolare, non basta probabilmente una maggiore attenzione sulla qualità delle caldaie e dei camini, si deve puntare a ridurre le quantità di biomasse bruciate puntando soprattutto sull’efficientamento termico degli edifici, che però ha tempi lunghi di realizzazione.

In ambito regionale secondo l’indagine campionaria di ARPAV del 2015 la Provincia di Treviso è responsabile di un quarto delle emissioni di PM10 da biomasse legnose del Veneto.

Per questo è importante cambiare le proprie abitudini rinunciando a caminetti e stufe tradizionali in favore di stufe ad elevata efficienza, da utilizzare in maniera corretta e con manutenzione costante.

Caminetti e stufe tradizionali sono già vietati dal 1 gennaio 2020 in virtù dell’accordo di bacino padano (2017), timido tentativo di risposta alla procedura di infrazione che la Commissione Europea ha aperto nei confronti dell’Italia fin dal 2014 per gli sforamenti continui e di lungo periodo dei valori di PM10 . Cosa fa la Regione per fare rispettare gli impegni presi? Quali controlli mette in campo?

Nelle ordinanze comunali troviamo tutti i divieti previsti per stufe e combustione all’aperto, ma contengono non poche deroghe, mentre non si ode notizia controlli effettivi e sanzioni comminate.

Noi Europa Verde – Verdi della Marca Trevigiana denunciamo con forza l’inerzia degli enti preposti (Regione e Comuni) e chiediamo più serietà nello scrivere ed applicare le regole.

Ci rivolgiamo con fiducia ai singoli cittadini che forse hanno maggiore sensibilità e consapevolezza degli amministratori: occorre che ciascuno faccia la propria parte utilizzando solo legna e pellet certificato (anche perché altri materiali possono emettere diossine) e provveda a sostituire gli apparati inquinanti con nuovi generatori a norma vista anche la possibilità di accedere agli incentivi del conto termico.

Elisa Casonato e Daniele Tiozzi

Co-portavoce Federazione Provinciale Europa Verde – Verdi della Marca Trevigiana

Stefano Dall’Agata e Amedeo Fadini

Europa Verde – Verdi della Marca Trevigiana


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Le favole di Zaia sulla Pedemontana e il consumo di suolo

Luca Zaia sulle orme di Esopo e Christian Andersen?
Il Presidente Luca Zaia ha deciso di ritirarsi dalla politica e dedicarsi alla scrittura di favole?
A giudicare dalle recenti dichiarazioni si potrebbe anche pensare che ne avrebbe tutte le qualità, sicuramente maggiori di quelle che ha dimostrato nel governare il Veneto.
È vero, egli gode di un vasto consenso, dovuto secondo noi alla sua capacità di ammaliare con le sue favole la fiducia dei veneti, ma non a una reale e buona capacità di amministrazione.

È paradossale, se non ridicolo, che l’ex Presidente della Provincia di Treviso, che già 20 anni fa era schierato senza se e senza ma, per l’ipotesi di un’Autostrada a pagamento, senza nessuna mediazione con chi chiedeva una soluzione di Pedemontana alternativa, legata al territorio, che utilizzasse i sedimi esistenti, e sottolineiamo, con un costo estremamente inferiore, ora dichiari di essersi trovato l’Opera e di averne solo la responsabilità della gestione, sfiora il paradosso.
Zaia governa da 20 anni ed è sempre stato a favore della Pedemontana. Ricordiamo il giubilo, dopo la Conferenza di Castelfranco del 2001 che approvava l’ipotesi di “Superstrada” a pagamento, assimilandola di fatto un’Autostrada.

La Pedemontana in trincea è un taglio netto operato ad un sistema ambientale, interrompe e si inserisce come un corpo estraneo nella fascia di ricarica della falda (il più grande bacino di acqua potabile d’Europa). È una dichiarazione di guerra contro il territorio, una guerra “in trincea” contro l’acqua, che non vinceremo mai.
Ci pare ridicolo che chi si vanta di aver fatto studi in agraria, imputi la colpa degli allagamenti all’acqua dei campi.
L’ennesima causa esterna, estranea al suo operato e alle scelte strategiche di questa infrastruttura.
Siamo passati dal benaltrismo all’esternalizzazione delle responsabilità, per un’opera che se terminata così come prevista sarà oltre che una catastrofe ambientale, anche un disastro economico alla stregua del Mose.
I veneti pagano 153 milioni di euro gia da quest’anno, in progressione ad aumentare per i prossimi anni.
Chiediamo a Zaia dove prenderà i soldi necessari, visto che il 75% del del bilancio è per la sanità e il sociale?
Ricordiamo infine che la Pedemontana ritenuta opera strategica non costituisce consumo di suolo per la famigerata legge voluta da Zaia 2017, ma di fatto costituisce una trasformazione definitiva del suolo vergine.
Una legge che aldilà dei buoni principi espressi è invalidata dalla somma di deroghe che sono state inserite.
In questa metafora favolistica il nostro Veneto appare come una Bella Addormentata, sottoposta all’incantesimo delle melliflue parole di Zaia.
Noi ci proponiamo di essere il Principe “Verde” che con un bacio saprà svegliare la nostra amata terra veneta.

Elisa Casonato. Capolista Europa Verde Verdi Veneto
Daniele Tiozzi Co-portavoce Federazione Provinciale Verdi Treviso
Stefano Dall’Agata Verdi Treviso


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A TG Plus sull’inquinamento

Nella terza e ultima settimana dedicata dal TG Plus FOCUS al maxi-problema dell’inquinamento, alle sue possibili soluzioni cittadine, e all’attuale status quo trevigiano sono stato intervistato anch’io in rappresentanza della Federazione dei Verdi di Treviso.

Dopo i servizi sull’incubo smog e PM10, e a seguito della questione sulle caldaie di nuova generazione, in cinque puntate a Focus di TG Plus si parla di energie rinnovabili. A livello privato e a livello pubblico, in ambito domestico-immobiliare ed urbano, e non solo, naturalmente.

Ero già stato loro ospite nel FOCUS sull’inquinamento da PM10.


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Verdi Treviso su Acqua Alta a Venezia

I Verdi di Treviso esprimono tutta la loro solidarietà verso i cittadini di Venezia e del veneziano, gravemente segnati dall’eccezionale Acqua Alta che ha colpito la Città, danneggiando abitazioni, monumenti, beni, infrastrutture e causando anche la perdita di vite umane.

Venezia che è vittima designata, con la sua posizione di privilegio, per l’abbraccio al mare che le è compagno, e a causa delle cattive scelte politiche, susseguitesi nell’ultimo ventennio, con il manifestarsi degli effetti della crisi climatica, ha visto enfatizzate le proprie fragilità: un’insicurezza che è paradigma della situazione del Pianeta.

Tutto ciò non sottende una casualità di eventi, ma in generale si tratta di effetti di una visione del mondo che ha portato, e porta ancora adesso, a sottovalutare le conseguenze dell’uso di fonti fossili, dell’attacco alla naturalità dei territori, della loro cementificazione.

Ma nello specifico, poi si pensa all’escavazione dei canali in laguna per consentire il transito a navi sempre più grandi, puntando su altre soluzioni “sostenibili”, che prevedono ulteriori “Grandi Opere”, e quindi nuovi appalti per ridistribuire altre e più cospicue tangenti: il MOSE come modello negativo evidentemente da replicare.

Come Verdi di Treviso chiediamo che vi sia un’inversione concreta delle politiche nazionali e internazionali, e non possiamo che esecrare il comportamento della Regione Veneto, guidata negli ultimi dieci anni da Luca Zaia e per i precedenti quindici da Galan (venticinque anni di governo di centrodestra), che nella Legge di Bilancio 2020 proposta dalla Giunta Regionale prevede un impegno finanziario nei confronti del contrasto all’emergenza climatica pari a 0/zero Euro.

Una Regione che nonostante i danni della tempesta Vaia dell’anno scorso, invece che proporsi come modello virtuoso per prevenire il causarsi di fenomeni disastrosi, si adagia nei solchi della vecchia politica fatta solo di grandi opere e mega eventi.

Daniele Tiozzi e Elisa Casonato – Coportavoce Verdi Treviso

Stefano Dall’Agata – Verdi Treviso